Osterie ieri e oggi

Osterie ieri e oggi
20 Ottobre 2017 amministratore

Loiano: un paese, una strada, le sue antiche osterie

Nel 1783 il Calindri annoverava in Loiano «tre osterie d’alloggi ed uno spedale per alloggiare i pellegrini chiamato Corona».
Notava infatti Calindri che il convento di S. Giacomo dei Minori Osservanti, che si trovava vicino all’attuale chiesa (l’antica sede parrocchiale era a S. Margherita di Febbraria a mezzo chilometro dal paese sulla strada per Scanello) «serviva oltreché di ristoro per i religiosi passeggeri dello stesso ordine, anche per alloggio di persone illustri come Cardinali, principi ecc.». Tre locande dunque e uno ospitale, il Corona, per i viandanti di passaggio.
Un’osteria era chiamata L’Uliòn, cioè il leone rampante rosso in campo bianco, stemma del comune, ed era situata sulla sinistra della strada, quasi di fronte alla sede ormai demolita del Massaro e prima del Capitano della Montagna; un’altra si trovava più verso l’ex convento di sant’Antonio da Padova delle monache terziarie di san Francesco (ora residenza municipale) ed era una stamberga denominata osteria della Sterlina.
L’ultima, conosciuta all’inizio del secolo come locanda del Pellegrino, ai tempi del Calindri era chiamata osteria della Luna.
La sola locanda dove potevano alloggiare i «forestieri di civile condizione senza incorrere in pericoli», era la Corona.
Di questa vi e memoria in una stipulazione del 1508 nella quale i delegati di Pieve di Cento e del Duca di Ferrara pattuirono l’infeudazione a quel duca della summenzionata terra e l’atto relativo fu rogato appunto «in castello Lojani, diocesi Bononiensis, in Hospitio Coronae».
Essendo Loiano sulla strada della Futa, molti furono i personaggi illustri che vi transitarono.

Oltre a Pio II, vi passarono Pio VII nel 1805 di ritorno da Parigi ove aveva incoronato Napoleone, e Pio IX nel 1857 di ritorno dal deludente viaggio nelle Legazioni.
Tra i personaggi celebri che percorsero la Futa e passando per Loiano lasciarono memorie scritte di viaggio, vale la pena ricordare Casanova, il marchese De Sade, De la Platerie, Da Ponte (il librettista di Mozart), Stendhal, il principe di Metternich, Goethe. Sinceramente i ricordi di questi viaggiatori illustri non sono mai stati dei piu edificanti: ricordiamo solo Arthur Joung, mangio «a Loiano assolutamente come maiale» e Goethe, che il 21 ottobre 1786 scriveva «delle cimici voraci della Corona di Loiano».
Ora abbiamo la presunzione di pensare che se questi famosi personaggi potessero, in un immaginario viaggio nel tempo, passare di nuovo sulla Futa e fermarsi a Loiano, non avrebbero le stesse tetre impressioni di allora e troverebbero sicuramente un paese sereno e ospitale pronto ad accoglierli.
Oggi le ampie stalle e le rimesse della Locanda Corona sono state modernamente ristrutturate e ospitano il ristorante Benvenuti, ancora, come un tempo, tappa d’obbligo per i turisti diretti a Firenze e in Toscana.
I pronipoti di questi illustrissimi viaggiatori non riconoscerebbero nessuno di «quei buchi immondi» dai loro avi anticamente descritti e riportati anche dal Calindri; potrebbero sicuramente fermarsi però al ristorante Santiago, subito all’ingresso del paese venendo da Bologna e non troverebbero di certo un ambiente cupo, fumoso e scorte- sia da «tramandare coloritamente ai posteri».

Senza pericolo di passare alla storia per «lusingare con belle promesse di ogni sorta di comodità i turisti prima che mettano piede a terra, e burlandosi di loro quando gli osti li hanno in mano», ci sentiamo di consigliare vivamente una sosta da Benvenuti oggi con una gestione passata dalla storica famiglia al personale che per anni vi ha lavorato, o All’Antico Stradello 1810, o all’ Antica Corona e al Bel Minghino (2 km da Loiano verso Monghidoro) ma ancora al Telegrafo in quei di Sabbioni e poco prima tornando verso valle all’ antica Trattoria Anconella.
In tutti questi locali i prezzi uniti all’ottimo menu e servizio, contribuiranno sicuramente a portare a nuova e futura memoria l’antica tradizione delle osterie di Loiano.